By Emanuele Severino
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Tutto il Mondo ne parla, e non vi è quasi alcuno, che sappia in che essi consistino. I pochi, dei quali le vite più lunghe sono osservabili fra tutti gli abitanti della terra, debbono far credere, che vi è per la vita umana un confine, il quale inutilmente si cerca di distornare. Per altro senza risalire a quei tempi, in cui la vita de’ nostri Padri era di 8 o di 9 secoli, noi troviamo degli esempi recenti, i quali possono far pensare, che vi sia nell’Uomo qualche sorgente di vita più lunga della vita ordinaria.
Ora se è questo sentimento interno, che caratterizza la semplicità, e l’indivisibilità della sostanza alla quale appartiene: il più leggiero e più confuso sentimento che avesse un’Ostrica tanto suppone una sostanza semplice e indivisibile, quanto la suppongono le più sublimi, e più complicate speculazione del Newtono. Gli agomenti, di cui si sono serviti tanto quelli, i quali privano d’Anima i Bruti, quanto coloro dai quali ad essi è accordata, mi sembrano dunque frivoli ugualmente. I primi non si fondano se non che sul pericolo delle conseguenze, sull’immortalità di tali Anime, e sullo scandalo di farle partecipare delle ricompense eterne, e degli eterni castighi.
Fu loro mostrato, che questa forza non si manteneva se non nel moto dei corpi elastici, che dovea spesso distruggersi nel moto de’ corpi senza molla, i quali si chiamano corpi duri. Eglino vollero piuttosto dire, che tutti i corpi erano elastici, e che non si davano in natura corpi duri, che abbandonare un così util principio, e per sostenere un sistema arrischiato caddero in una assurdità manifesta. Poichè lunghi dall’essere elastici, tutti i corpi son duri; cioè, che i corpi primitivi sono inflessibili, e che la molla, che si scorge in alcuni non è che un effetto della ordinazione delle parti di questi, e d’una loro particolare organizzazione.