By Glenn Doman, Janet Doman
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Platone, Fedro, 246 a-254 e. 2. La pretesa scientifica della psicoanalisi e la sua impraticabilità secondo Nietzsche “Ci sono solo fatti,” io direi: no; proprio i fatti non ci sono, bensì solo interpretazioni. “Tutto è soggettivo,” dite voi; ma già questa è un’interpretazione. Il “soggetto” non è niente di dato, è solo qualcosa di aggiunto con l’immaginazione, qualcosa di appiccicato dopo. Nella misura in cui la parola “conoscenza” ha senso, il mondo è conoscibile; ma esso è interpretabile in modi diversi, non ha dietro di sé un senso, ma innumerevoli sensi.
10-12; tr. it. , pp. 138-139. 40 Eraclito, fr. B 123. 46 LA CASA DI PSICHE presentazione illusoria, ma struttura d’ordine che trasforma il caos in cosmo, la natura in cultura. Con Freud nasce una morale del tutto nuova, regolata non più dall’ascesi, ma dal lavoro, dall’opera di civiltà. Il suo dover essere non ha in vista un altro mondo, ma la colonizzazione di questo mondo, il suo ordinamento. La ragione umana, che era rappresentazione finché la natura conservava il suo segreto, ora diventa la verità del “mondo” che è stato strappato alla “natura”.
67. 1. 17 La coscienza è dunque una “falsa coscienza”. E sia Freud sia Nietzsche si incaricano di smascherare, nello sguardo innocente della coscienza, quello che la coscienza inaugurata da Cartesio aveva cercato di smascherare nello sguardo ingenuo sulla realtà: si tratta del gioco che intreccia apparenza e realtà, nascosto e palese, latente e manifesto. L’operazione che Cartesio aveva condotto sull’inganno dell’apparenza, quando in gioco era la conoscenza della realtà, Freud e Nietzsche la conducono sull’inganno della coscienza, ora che è in gioco la verità del cogito, dell’Io penso.